giovedì, novembre 17, 2005

Prima dell'esame di analisi

Arrivo presto, un'ora prima. Così mi rilasso, almeno credo. Pensieri cominciano ad addensarsi, bilanci sulla mia carriera universitaria - Ce la farò? E' la mia ultima possibilità - NO NO! Che te ne frega di Analisi e di Ingegneria!- Cose del genere, ma sono voci che riesco facilmente a controllare, quasi ci gioco con.

Sono solo, è il primo esame che faccio veramente da solo, di solito incontri qualcuno che conosci e ci fai quattro risate. A volte incontri dei matti che ti spiano, ti fanno domande strane, tecniche, quasi per sperare che non ce la farai, che tu sia uno di quelli sotto di lui. E' triste ma è così, gli ingegneri sono delle carogne, sono ammaestrati per questo, polli d'allevamento.

Con questi pregiudizi esco fuori, dove 200 persone sono ammassate vicino all'ingresso. Anche loro devono fare l'esame. Perché sono ammassate all'ingresso? Tor Vergata è una prateria verde, perché dopo aver guadagnato l'aria fresca, come me, si sono fermati? Inerzia? No! Il mio pregiudizio sugli ingegneri mi fa capire che vogliono controllare la situazione, vogliono entrare per primi quando arriverà il momento. Guardo meglio. Non sono ammassati, sono sparsi a gruppetti di due, tre; e parlano. Un vociare continuo. Sorridono. Il cielo è nuvoloso, ma qualcosa sta cambiando.

Mi è successo qualcosa, mi arrivavano frammenti di pettegolezzi, di cattiverie, le risate diventavano sempre più sguaiate. Sono nervosi? Come me? No, no, è qualcos'altro. Ogni tanto mi guardavano, i sorrisi mutavano in ghigni, diventano cattivi. Si, sono cattivi, senti come sparlano, guarda come gesticolano, a scatti. Il volume aumenta, le voci si mischiano e formano un rumore, un ronzio cupo, sono come sott'acqua. Il ronzio ogni tanto aumenta di frequenza e ne escono fuori delle parole, distorte, acute, taglienti, che fuori dal loro contesto acquistano una verità, un valore superiore. "OMBRA": una parola così innocua in quel momento era una statua, granitica e liquida sulla mia testa, le nuvole sempre più rosse.

Non sono qui, questo non sono io. Non sta succedendo veramente. Io non sono qui, non sono qui.






Solo ora riprendo il controllo sulle mie fantasie. Cosa mi è successo? Le tenevo sempre sotto controllo, al limite dell'allucinazione. Forse volevo far parte di uno di quei gruppetti, non volevo che sparlassero di me. Mi sono lasciato cullare dal dolore, come chi fantastica sulla propria morte.

Ma quando ho perso il filo? Quando ho smesso di dare la priorità alle persone? Quando ho cominciato a giudicare gli altri con cattiveria, perdendo l'ironia? Quando ho cominciato a dare la priorità ai valori imposti dagli altri? La carriera, la laurea. Devi studiare, bravo, ma ora che hai preso un buon voto non vorrai smettere mica? E ora che hai un buon lavoro che fai? Rinunci? Devi lavorare di più, sei un manager, da te ci aspettiamo tanto.

Rinuncio

3 Comments:

Anonymous Anonimo said...

rinunci a cosa? essere passivi di fronte ai gruppi vuol dire che hai cambiato strada, che non sei più tu? a me non sembra, la priorità si da alle persone, in generis, alle persone che stimi. non è come dire.. che te frega dell'altro, ma è semplicemente dire, che forse le tue priorità cambiano. ma sei sempre tu. noi ti amiamo per questo. e comnuque complimenti per il " - "
Che

1:05 AM  
Blogger Whan said...

Grazie! Le tue parole sono sempre gradite!

4:19 PM  
Anonymous Anonimo said...

a bello, qui nn ci srive più nessuno, ma non è che dobbiamo mettere le figurine porno? magari se famo un cacchiolo de clienti... bha... cmq, BELLAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

11:42 AM  

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